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11 NOV 2014 // Ore 21:30

STEFANO GALLI BAND

Stefano Galli - Voce Guitar

Bobo Aiolfi - Bass

Dave Rossi - Keyboards

Marco Sacchitella - Batteria

 

Focus: il nuovo disco della Stefano Galli Band

 

La prima domanda è per chi non vi conosce: quando e come nasce la “Stefano Galli band”?

“La Band nasce ufficialmente nel 2010. Dopo aver suonato come chitarrista e autore per progetti di validi musicisti, ho sentito l’esigenza di proporre qualcosa di personale; ho così deciso di chiamare gli amici conosciuti negli anni e grazie al buon feeling musicale e al rapporto di amicizia, è nata la Stefano Galli Band: io, Bobo Aiolfi al basso, Marco Sacchitella alla batteria e Francesco Chebat alle tastiere”.

 

Puoi presentarci il vostro nuovo album partendo dal nome, perché Focus? Cosa vi ha ispirato?

“Conosci le regole del gioco delle freccette? Solitamente, per chi le ignora, si cerca di mirare al centro, credendo di ottenere il punteggio più alto ma in realtà non è quello. Ecco, l’idea di Focus è proprio questa: pensare di creare musica per accontentare l’ascoltatore non è la strada giusta. Bisogna “focalizzare” le energie nella direzione giusta, quella che ti permette di ottenere i migliori risultati con quello che sai fare meglio… e non è detto che sia per forza quello che tutti si aspettano”.

 

Come Play it loud! (l’album d’esordio) anche “Focus” mescola inediti e rivisitazioni di classici?

“Sarà decisamente diverso. Avremo solo una cover di un classico del repertorio Soul mentre gli altri dieci brani saranno inediti”.

 

Quali sono le differenze col vostro primo Play it loud! ?

“Play it loud! è stato il biglietto da visita, una sorta di: “Buongiorno a tutti, ci siamo anche noi e vogliamo dire la nostra”. Focus invece vuole essere molto più sincero e diretto, una sorta di autoscatto”.

 

Con chi e dove l’avete registrato? 

“Abbiamo avuto illustri ospiti anche in questo disco: Paolo Legramandi al basso mentre Nik Taccori, Marcello “Bread” Schena, Stefano Guidi e Gregory Gritti alle batterie. Le riprese sono state fatte in bellissime locations della bergamasca. La prima è il PDF, una storica struttura degli anni ‘30 alle porte di Bergamo. Adesso è un’offi cina di riparazione di moto da collezione e suonare in mezzo a tutti quei gioielli è stato davvero ispirante. Alcuni brani invece li abbiamo registrati nel teatro del Circolo della Fratellanza a Casnigo: uno splendido teatrino del 1921, ristrutturato da volontari appassionati di musica a cultura. Alcune riprese sono state fatte in una chiesa sconsacrata del ‘500 a Casnigo. Impressionante l’acustica e il gioco di riverberi naturali ed è stato veramente emozionante suonare le chitarre in un luogo così antico. Infi ne, le voci le abbiamo registrate a casa mia, in salotto… con tutta la comodità del caso. Approfi tto per ringraziare Mauro Galbiati, il nostro Sound Engineer anche per questo disco”.

 

Tra registrazioni, stampa, SIAE, grafica e ufficio stampa quanto è costata la produzione di Focus?

“Stiamo ancora cercando sponsor per riuscire a coprire i costi di produzione elevati. Fare dischi non è più un business per fare soldi e la speranza è quella di riuscire almeno ad andare in pareggio. Ma noi sappiamo fare questo e vogliamo continuare a farlo nel migliore dei modi. Non vorrei mai ritrovarmi vecchietto e insoddisfatto”.

 

Chiudiamo con la domanda di rito, progetti futuri e dove vuole arrivare la Stefano Galli band?

Adesso il lavoro sarà concentrato sulla promozione del disco, soprattutto con i live in giro per il Paese. C’è qualche interesse verso di noi anche all’estero e spero di riuscire ad arrivare anche da loro quanto prima. Il sogno nel cassetto? Suonare con Clapton, è solo questione di tempo”.

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